10 maggio 2025 report uscita long
Sinnai-Genis-Villasalto - Castiadas - KalaBar.....casa, dolce casa

*"GUADA...dove passi!"*
Pioggia no, ma umidità...


partecipanti:
  Angelo, Bruno, Calogero, Danilo, Enrico, Federico e Xenia  



Video








scrive Calogero:

10 maggio 2025 report uscita long Sinnai-Genis-Villasalto - Castiadas - KalaBar.....casa, dolce casa

*"GUADA...dove passi!"*

Pioggia no, ma umidità...


“...*non sapevo stessimo per arrivare al guado sul Picocca, ma ormai pensavo: dovrei sforzarmi per scrivere un report…Poche cose degne di nota…* “
Invece.
Ma partiamo dall’inizio, visto che ci siamo.

Invece.

Ma partiamo dall’inizio, visto che ci siamo.

Un'organizzazione partigiana . Tutto sottotraccia, in tristissimi brevi messaggi in privato. Ormai il rischio di fallimenti delle uscite è alto…Mantenere il massimo riserbo! E uscire in pubblico quando si ha già uno zoccolo duro di partecipanti.

No, Bruno, tu resti un'incognita.

Scorgo, tra gli ultimi messaggi della chat, che partecipa anche Enrico. Decido di passare a casa sua e da li ci rechiamo assieme all’appuntamento della “massa”, fissato per le 10:30 (orario da mandroni).

Enrico, si sa, è in Sardegna quello che Bruno è in Africa, quello che Zio è a Monte Paulis, quello che DaniloRR è a scuola, quello che Angelo è in officina etc etc. Insomma, è riuscito a tirar fuori una uscita d’enduro da casa sua al punto di ritrovo con gli altri, via “impegnative” sterrate tra Selargius e Sinnai, tra frigoriferi e lavatrici. Quindi, primo riscaldamento per i polmoni, che si riempiono già di polvere.

L’appuntamento all’ombra di un centro commerciale, col cavalletto che non rischia minimamente di penetrare nel terreno ma piuttosto sei indeciso se salire sul marciapiede o parcheggiare a spina di pesce, è una cosa che non puoi raccontare. Ma non voglio subito imprecare perché c’è da fare una nuova conoscenza. Infatti, oltre Bruno, Danilo, Angelo, Xenia ed Enrico (quello di prima), c’è Federico. Mi presento e …c’è già sintonia. Lui mi dice che gli fa piacere finalmente conoscere “Kalo” e io gli faccio le condoglianze. Andremo avanti per tutto il giorno con battute del genere. Credo proprio di aver trovato un altro che sa assecondarmi/compatirmi. Si dichiara neofita…Eja…tanto non lo ho letto il report del Marocco di Citizen…Ma ti pozzu…!

Naturalmente saluto calorosamente gli altri e, in particolar modo, Xenia. Il “particolar modo” cui mi riferisco non è dare i due classici bacetti ad una donna, simpatica, intelligente, bella che vedi ogni tanto. ...Lei non è questo…Ripetitelo!

Lei è una POLVEROSA e come tale va trattata. Va anche bene in moto. Quindi: Ciao Xenia, pronta? Stop!

Di questa ferma equiparazione di Xenia allo status di POLVEROSO, me ne daranno ragione i due che si immoleranno…Lo vediamo più in là.

Mettiamo in moto e con il pubblico che ci saluta da dietro un cordone di carrelli della spesa che sembrano le transenne di un circuito, sgasiamo e ci allontaniamo con l’eco dei tifosi: ohhh defi……tiiii!

Rapido trasferimento per l’ingresso della sterrata alla cava di Sinnai e via su con prima destinazione “il boschetto”. Ci distanziamo un po' per la polvere e l’andatura è variegata. Ma ci si ricompatta velocemente.

In questo primo tratto, tutti conoscono il famoso taglio del tornante. Un bypass con pendenza interessante, ma soprattutto con tratto di pietre e gradini di roccia che non sono mai come l’ultima volta che li hai percorsi. In cima si giunge all’altro tornante della strada e, come sempre, qui si piazzano, fieri sulla propria cavalcatura, quelli che son riusciti a salire lisci ed attendono di godersi qualche “défaillance” da parte di chi li segue nel passaggio. Se qualcuno mi dice che non lo ha mai fatto… Io lo ho fatto anche stavolta. Ma non c’è stato gusto. Tutti son saliti come se fosse la strada normale. Vabbè, me la ricordavo più impegnativa.

Si va spediti e io e Danilo, complice una vescica in via di lancetta sui massimi, tiriamo un po' per raggiungere gli alberi e non essere di cattivo gusto per una Polverosa in arrivo (e qui, confesso …mi casca la parità). Di scene del genere, poi, se ne fotograferanno diverse e puntualmente sentirò una vocina vicina, di donna, che ripete: ma sta facendo la pipì! Si…cara mia…siamo ormai diversamente giovani….E vale ormai poco il richiamo del Nonno (Danix): si esce pisciati, cagati e benzinati! Non so, fra qualche anno andremo anche di panno. E poi, casomai l’allontanarsi a piedi con fare disinvolto tipo “cerco asparagi” non sia chiaro, ci teniamo a fare svariate centinaia di metri solo per trovare un “riparo” consono: sebbene puzzolenti enduristi, siamo Signori Polverosi.


Durante il percorso si susseguono le fermate per le chiacchiere…. poi le fermate per le chiacchiere e le foto…e poi le fermate per le chiacchiere e le foto di gruppo…e poi le fermate per le chiacchiere e le foto di gruppo con i fiorellini (queste, new entry da quando potete ben immaginare!).

Insomma bellissimi i paesaggi che ci si parano davanti ed ognuno meritava veramente di soffermarci per godercelo. Le colline verdi ricamate con le strisce chiare delle strade bianche, facevano venir voglia di percorrerle tutte. Incontri ravvicinati con gli animali al pascolo e vitelli che si allontanano veloci mentre mamma mucca rumina attenta.

Credo che la fermata TOPdiGAMMA l’abbiamo fatta ai piedi del Monte Genis. A chi diceva che era quella la roccia più importante e bella, a chi diceva che era l’altra, a chi diceva che era dopo un altro tornante…insomma…mi sa che le abbiamo fotografate tutte.

Federico ad un certo punto, mentre percorriamo un po' di tratti di strade con fango asciutto solcato dai mezzi, decide di darmi prova di quanto mi accennava circa la sua esperienza di guida. Sono dietro a respirare un po' di polvere, ma non mi distraggo da osservare uno scantonamento del posteriore della Beta di Federico, che riporta subito in riga. Noto una rigidità della gomma. Ben tassellata ma poco morbida, penso. Ed infatti il secondo canale costringe Federico a parcheggiarsi di traverso sulla sinistra. Tutto qui. WOW che emozione. Oggi veramente movimentata l’uscita.

Tutto procede col gruppetto che molto serenamente giunge in quel di Villasalto. Rapida consultazione e si prosegue, destinazione Castiadas. Per la precisione, io accuso un po' di languorini ed all’invito di Bruno per un caffè, non capisco che si vuole riferiere alla pausa pranzo ed acconsento a rimandare. Meglio così…d’altronde …il bagnetto dopo pranzo non si fa…ops. Non spoilerare.

Altre sterrate e altra polvere…… *non sapevo stessimo per arrivare al guado sul Picocca, ma ormai pensavo: dovrei sforzarmi per scrivere un report…Poche cose degne di nota…*

Giungiamo dalla riva nord (credo). Non c’è tanta acqua. Io arrivo per ultimo e riesco a prendere velocemente il telefono per fare qualche foto, mentri i primi si lanciano già nel guado. Passano in cinque, c’è solo un’incertezza di Danilo e sembra tutto fattibile tranquillamente.

Come per il “by-pass del tornante” di cui ho scritto prima, anche qui, chi passa si ferma a gustarsi chi segue. E via di suggerimenti sulla traiettoria migliore. Si sbracciano per indicare il punto giusto, il punto di attacco, di uscita, di deviazione, di pietra alta, di fosso…Insomma, visti dal lato dove ci troviamo io e Xenia, non capiamo se somigliarli di più ad Aldo, Giacomo e Giovanni che fanno “ma vai, ma vieni, ma chi sono”, …oppure in improvvisati strani vigili che sembra dirigano un traffico immaginario di barche. Xenia si limita a dire: ma perché non si tolgono da lì, …sono leggermente in mezzo alle ppppiiiiiippppp dell’uscita!

Comunque, io sono impegnato a filmare e me ne resto fermo. Xenia attacca. Supera abbondantemente i tre quarti del guado e …guada…guada…Guada che ci cadi! Cioffff!

L’anteriore decide di andare a sinistra e la moto si pianta. Tuffo laterale sinistro totale. Io, la verità, non mi godo questa scena. Ma la successiva. Infatti entrano in campo i Cavalieri Polverosi e mentre Xenia si appresta a raggiungere la riva, entrano in acqua Bruno e Danilo a tirar su velocemente la moto.

Ahhhhhh…Lo vedete che “le parità” sono cose da articolo di giornale? Potreste fare migliaia di manifestazioni per pretendere la parità, ma mai riuscirete a eliminare l’uomo onorevole, galantuomo e cavaliere che c’è… …in Bruno e Danilo! Si, perché gli altri, nel frattempo, li ho notati a chi cercando funghi a chi cercando lumache. Mentre io …ebbè…io…io non potevo guadare ed andarli ad aiutare, mi intralciavano il passaggio. Ho atteso che finissero le pratiche di sbarco e li ho raggiunti.

Ora veniamo ad alcune note tecniche a cui deve assolutamente attenersi un buon endurista Polveroso in questi casi: avere sempre appresso un marsupio con…Angelo dentro!

Infatti Xenia, il suo Angelo custode se lo tiene ben stretto. Ed ora anche noi. Ti facciamo Polveroso Bis-Nonno! I titoli di Nonno e Zio sono già opzionati e irremovibili, perdonaci.

Comunque, credo che nel giro di un quarto d’ora, Angelo ha smontato e rimontato la moto di Xenia per spurgare l’acqua anche dalla candela. Tenuta poi in monoruota dalla maestria di Danilo, equiparabile solo a quella di un cavaliere delle pariglie de Sa Sartiglia (era anche emozionato), la si è asciugata per bene ed è ripartita perfettamente. Chi non ripartiva perfettamente, invece, era Xenia. Un po' fradicia, come anche i piedi di Bruno e Danilo (ricitiamoli con orgoglio questi nostri eroi).

Xenia recupera da non so chi un k-way per non prendere troppo freddo e raggiungiamo il bar di Olia Speciosa.

Qui ordiniamo una serie di panini e birre e finalmente si pranza. Il mega schermo ci fa compagnia, con la partita del Cagliari che ormai e cominciata da un po'. Ogni tanto si sente Enrico che sobbalza sulla sedia e tutti si girano verso lo schermo, pronti a urlare gool. Invece Enrico sobbalzava per il fastidio che gli faceva un anziano vignaiolo che se ne stava in piedi davanti al megaschermo, come se interpretasse che ne rimaneva una parte abbastanza libera per gli altri. Mica disturbava.

Ci rivestiamo e Xenia va a ritirare la roba stesa. Fa sorridere, ma è così. E anche circa l’abbigliamento di emergenza reperito, Bruno ha fatto punteggio: maglietta, calze e mutande asciutte nel suo kit di sopravvivenza. Naturalmente, le mutande sono state riposte nel kit .

Partiamo col carico di birra fatto e, dimenticavo, avendo anche onorato il richiamo del KalaBar, con la tradizionale consumazione del classico gelato Bomboniera!...Va bene Zio?

Quindi, meditate gente, meditate: panorami, rocce, fiori e bomboniere! Che fine hanno fatto sgommate, fumo, rutti e scoregge? (questo è l’effetto della birra)

Ora si punta per la sterrata da Castiadas per Solanas: La strada provinciale 20 – Santa Barbara. Terribile stradone in ghiaino con leggera pendenza in salita. Meno male, la salita mi dà più sicurezza. Quattro chilometri di adrenalina pura, dove è veramente difficile riuscire a superare il “neofita” Federico che insegue Danilo. Ma non è stato un dispiacere rassegnarmi terzo a me piace stare dietro, se non fosse per la polvere e il rischio pietre. Ne ho scansate tante, ed è stato il prezzo da pagare per lo spettacolo in prima fila: accelerazioni e derapate di una contesa scalata. Ma Danilo col suo DR350 non ha accennato a dare il minimo spazio o esitazione perché Federico lo infilasse. Zero. E non faceva sperare neanche ogni tanto vedere quel casco che si girava un po' per osservare dove eri: non era per darti strada.
VRoooommmm e pietre a seppellirti. Intraversate in frenata e poi via di fianco. Niente, la classifica si chiude con… Bruno che ci filma all’arrivo! Evidentemente aveva già capito l’antifona e si è risparmiato la polvere, anticipandoci abbondantemente.

Al calar della polvere, giunti gli altri, si decide di puntare per Monte Paulis per poi scendere al bar. Io, Danilo, Federico e Angelo deviamo per fare Cirronis, gli altri su per la più scorrevole.

La strada sembra essere stata un po' spianata nei tratti dove c’erano i canaloni e quindi si passa agevolmente. I taglialegna presumibilmente sistemano le strade. Però in molti tratti ho notato la vegetazione chiudersi. Buon segno. Rinnovo del bosco e poco traffico. Sempre bel posto. Ottimo grip per andatura allegra.

Ci riuniamo su e transitiamo a Dispensa Sanguinetti. Qualche pozzangherone ci fa compagnia, ma nessun problema di attraversamento. Danilo conduce ed io a ruota. Riprende l’andatura veloce, tanto, ormai, tutti conoscono la strada.

Al Bivio Bruncu S’olioni (discesa pietroni), Danilo mi concede il passo e …non me lo faccio ripetere. Scendo a cannone (secondo il mio standard) e riscopro …che è una fig……taaaa quando ti senti in sintonia con la moto! Durante tutta la giornata ho avuto modo di fare un bel lungo riscaldamento e ripresa di confidenza con la moto che ormai uso poco, sniff , e non poteva che concludersi con una super discesa divertentissima. Sono arrivato alla casetta in pietra che mi sembrava di aver iniziato poco prima. WOW

Passano tutti e praticamente ci salutiamo senza fermarci al Bar. La giornata doveva concludersi verso le 15, mentre credo che abbiamo superato abbondantemente le 17.

Però, dopo un giro così, mi è mancato il KalaBar e quattro chiacchiere. Neanche poco poco presa in giro a qualche “umido”.

Passo a lavarmi la moto e a casa. Che dormita ragazzi!

Che dire. Grazie a tutti!

Kalo




le foto:











































alla prossima ....